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Processionaria del Pino (Thaumetopoea pityocampa)

In Italia il nome processionaria evoca solo un insetto, una larva che infesta i Pini, dai peli urticanti pericolosa per animali e persone, si muove con le sue coetanee in fila indiana, come in processione, ma c’è molto di più da sapere su questo insetto, una falena allo stadio adulto ma pericolosa in forma larvale poiché punge ed irrita.

Tassonomia

Il suo nome scientifico è Thaumetopoea pityocampa, deriva dal greco thauma “che genera meraviglia”, ma è stata inquadrata da un testo scientifico solo nel 1775, è un lepidottero della famiglia dei Notodontidae. Thaumetopoea inquadra il suo genere, la pityocampa è la specie.

La Processionaria del pino nella storia

Anche se questo lepidottero è stato descritto scientificamente solo verso la fine del 18° secolo, era già noto nell’antichità per via dei rimedi medici inventati per contrastare la sua azione urticante.

La sua prima menzione risale al 77 A.C. in un trattato di Dioscoride, “De materia medica”.

Il parassitismo della processionaria

Non è l’unico tipo di processionaria, ce ne sono almeno 40 specie diverse,  ma quelli avvistati in italia sono la processionaria del pino e quella della quercia.

La sua cattiva fama è meritata poiché rappresenta un tale pericolo per le conifere da essere spesso soggetta ad azioni di contenimento a livello nazionale da parte di quei paesi infestati.

Attacca anche altri alberi, nonostante il nome è un infestante anche per i cedri i larici e le querce.

Assieme a quella della quercia, la processionaria del pino è un parassita per gli alberi in Italia che infesta per nidificare, la dieta della processionaria del pino consiste negli aghi di pino di cui si nutre direttamente dalla pianta, non si accontenta di quelli che cadono, la sua presenza è fonte di un’azione defoliante sugli alberi ma non risulterà mai letale come il punteruolo per i palmizi.

il ciclo vitale delle processionarie 

La processionaria nasce a settembre, da un cluster di circa 300 uova in cima a un albero di pino,quercia o larice.

cluster di uova di processionaria, assomiglia ad un cilindro avvolto da carta stagnola

La larva, verde all’inizio ed innocua fino alla seconda muta, rimane sull’albero a mangiare e costruire il nido fino a primavera.

Lo stadio di larva della processionaria passa per 5 mute nell’arco di 6 mesi prima di interrarsi e diventare crisalide.

Il nido con cui le colonie di processionarie sopravvivono insieme all’inverno sopra gli alberi, solitamente pini ma anche quercie e larici.

Serve una temperatura inferiore ai -15 C° perché il freddo uccida una di queste colonie.

La processione di processionarie è tra febbraio ed aprile, quindi in primavera, questo è il periodo peggiore per umani ed animali, poiché è quando scendono dagli alberi ed il loro pelo urticante rischia di entrare in contatto con noi o i nostri animali.

Verso aprile, termina il ciclo della larva, scende dagli alberi e si va a interrare formando il suo bozzolo, la crisalide, dove potrebbe rimane in media per 2-3 mesi emergendo verso Agosto, ma nelle condizioni giuste può andare in diapausa e rimanerci anche per 1 anno.

L’ultima fase del ciclo vita della processionaria del pino, la falena adulta emerge dal suo bozzolo sotterraneo così che possa procreare, 1 sola volta per depositare il suo unico ma consistente cluster da circa 300 uova nell’albero che riterrà idoneo (pino,quercia o larice), vive al massimo 3 giorni.

il ciclo di vita delle processionarie del pino mese per mese

  • Gennaio-Febbraio: la larva esce dal nido ma rimane sull’albero per nutrirsi di aghi di pino
  • Febbraio-Aprile: La processione di primavera, il periodo peggiore per gli umani.
  • Aprile: la larva si nasconde sottoterra dove diviene una crisalide (pupa)
  • Maggio-Agosto:  la crisalide è sottoterra per 2 o 3 mesi, in questo stadio potrebbe andare in diapausa, (una simil ibernazione) anche per 1 anno.
  • Agosto: La falena adulta che vive massimo 3 giorni depone una sola volta l’ammasso di uova su pini, quercie o larici.
  • Settembre: Dopo 25-40 giorni, (tardo settembre) nasce la larva, questo stadio dura 6 mesi, quindi fino a ad Aprile circa.
  • Ottobre-Dicembre:  la larva di processionaria rimane per tutto autunno ed inverno sull’albero a nutrirsi ed a costruire il suo bozzolo con cui sopravvive all’inverno, perché il freddo uccida una colonia invernale di processionarie servono almeno -16 C°.

Il rapporto con l’uomo della processionaria del pino

La processionaria del pino rappresenta un pericolo per l’uomo ed i suoi animali da compagnia, infatti nella sua forma larvale, più precisamente dalla sua seconda muta di cinque, sviluppa una peluria urticante, che causa forti irritazioni alla pelle.

Effetti dell’esposizione alle processionarie sulla salute delle persone

Un istituto del governo inglese, il Public Health England, attraverso una revisione di precedenti ricerche ha elaborato quello che dovrebbe essere l’effetto che le setole di questo insetto quando in forma larvale hanno su una persona.

Il progetto è partito dalla paura che come conseguenza dei sintomi che le persone esposte presentassero quali urticaria e dermatite che questi insetti avessero il potenziale di scaturire una reazione anafilattica.

Le specie considerate sono state quelle generiche, inoltre la Thaumetopoea pityocampa, e gli altri tipi di Thaumetopoea, ovvero: wilkinsonii,pinovora e processionea.

Non sono le setole più lunghe e visibili a causare irritazione o altri effetti nocivi sul corpo ma quelle più piccole, lunghi tra i 100 e i 250 μm, sembra che quando questi peli fini si attaccano alla pelle, si rompono e viene trasmessa una proteina nella pelle, che a sua volta rilascia degli enzimi tra cui la fosfolipasi A, il che provoca l’attivazione di istamine e altri vasodilatatori che causano effetti locali e generali. Tra gli studi raccolti in questa ricerca alcuni di essi hanno osservato che le setole mantenessero le loro proprietà di irritazione sulla pelle anche quando trattate con alcol, il che suggerirebbe che questo meccanismo non è invece dovuto ad una proteina.

I modi in cui una persona viene esposta a queste setole sono vari: il contatto diretto con l’insetto oppure con peli rimasti sopra un vettore passivo come dei vestiti o il pelo di un animale, l’aria stessa poiché i peli possono finire nelle vie respiratorie , se disturbati questi caterpillar possono sparare loro stessi i peli, il loro nido o comunque l’ambiente che hanno più frequentato può mantenere dei peli anche per un anno.

In generale l’esposizione può avvenire per via dermica,oculare,inalazione ed indigestione.

Effetti sulla pelle

Le reazioni cutanee descritte includono: dermatiti,urticarie,eritemi,edemi,angioedemi,lesioni della cute, eruzioni maculo-papulari, quest’ultima in particolare tende a manifestarsi dopo 8 ore circa dall’esposizione, in generale i sintomi della pelle si risolvono entro 3 settimane.

Effetti sulla vista

Irritazioni oculari,congiuntivite,cheratite,corioretinite,papillite e lesioni oculari, in particolare se dovesse rimanere una setola incastrata nell’occhio potrebbe presentarsi all’inizio come una congiuntivite per diventare poi una infiammazione cronica fino a quando questa non venisse rimossa tramite intervento chirurgico.

Effetti sul sistema respiratorio

Poiché i peli possono viaggiare nell’aria e sono abbastanza piccoli da poter penetrare il sistema respiratorio, sintomi che possono causare sono tosse e sintomi dell’asma.

Effetti da ingestione

I peli possono rimanere attaccati sulla lingua, le labbra e l’esofago e avere come conseguenza sintomi comparabili ad una reazione allergica o agli effetti già visti, quindi eritemi,dolore,prurito,fiato corto e difficoltà nel deglutire.

Sintomi generali

Stanchezza, febbre,vertigini e vomito sono state osservate sia in adulti che bambini, non sembra che età o sesso siano associate a sintomi diversi o più gravi.

Anafilassi

Nei molti casi studiati dalla ricerca, c’è stato un singolo caso dove si è verificato uno shock anafilattico, tuttavia questo sembra essere stato associato all’esposizione ad un pesticida, inoltre si è verificato 3 ore dopo la prima esposizione, mentre questo tipo di problema ovvero una risposta eccessiva del sistema immunitario è caratterizzato da una reazione immediatamente successiva al fatto, quindi al momento le processionarie non sembrano causare shock anafilattici.

Terapia per l’esposizione

Nei casi di ingestione o di inserzione nell’apparato oculare è richiesto un intervento chirurgico per la rimozione ma in generale l’innesco della reazione non è stato compreso, non sembra rispondere ai tipici trattamenti antistaminici. Altre soluzioni come corticosteroidi,ghiaccio e creme lenitive quali quelle contenenti calamina anche se non risolutive sono comunque efficaci.

inquadramento normativo attuale delle processionarie del pino

In Italia a partire dal 1998 cominciarono ad essere promulgate una serie di leggi mirate per contenere l’espansione della processionaria del pino, prima con decreto ministeriale, la normativa di riferimento più attuale è il decreto del 30 ottobre 2007 debellare la processionaria è obbligatorio nelle zone in cui la sua presenza minacci la produzione e la sopravvivenza del popolamento arboreo, inoltre per intervenire dove ci siano rischi per la salute delle persone e degli animali, sono predisposti dall’autorità sanitaria interventi di profilassi secondo le modalità stabilite dal Servizio Fitosanitario Regionale.